La famiglia Argentero opera nel settore agricolo da almeno tre ge
nerazioni, nella risicoltura, in particolare, dai primi del
Novecento, dapprima nella comunità di Rive e poi alla Fracassa e
Fracassetta.
“I miei genitori hanno origini contadine...la mia mamma ha
sempre lavorato in campagna,svolgendo i lavori stagionali: in
primavera la monda del riso e in autunno il raccolto...”
Tratto da “Con i piedi nell’acqua” Biografia di Pietro Argentero
Oggi si coltiva unendo l’esperienza acquisita negli anni a nuovi
metodi e con tecnologie all’avanguardia che contribuiscono ad
ottenere un prodotto sempre migliore.
Solo dall’inizio del 2015, con la quarta generazione, tutta
femminile, l’Azienda Agricola Argentero, che finora aveva
prodotto risone solo destinato alla lavorazione industriale
delle grandi riserie, ha sperimentato la vendita del riso
bianco, cioè lavorato, all’interno dello spaccio aziendale e in
selezionate botteghe.
Quella della famiglia Argentero è una produzione artigianale che
punta sulla qualità.
In occasione di Expo 2015, l’Azienda ha fatto il suo ingresso a
Fuoriexpo partecipando alla serata inaugurale della “Terrazza
sul tetto” di via Tortona a Milano, in collaborazione con “La
Strada del riso vercellese di qualità”, associazione cui fa parte.
La nostra azienda, che comprende i terreni della Cascina
Fracassetta e di parte della Cascina Fracassa, si estende tra il
comune di Lamporo e quello di Livorno Ferraris, nel cuore della
provincia di Vercelli, da secoli terre da riso. “Nel 1629 è
attestata in tale zona la presenza di numerose cascine: un tipo
del 29 ottobre 1629 con la misura delle Apertole, censisce “44
corpi di case e cascine al longo del Lamporo sopra le fini di
Livorno, con suoi ponti sul Lamporo, fra qual numero vi è due
chiese, una parrocchiale, et una hostaria” (ASTo, Corte, Paesi,
Monferrato, Confini per A e B, L, vol. 2). Alla fine del XVII
secolo, si rilevano, oltre alle cascine di pertinenza
dell’abbazia di Lucedio, del marchese di Morozzo e della
comunità di Fontanetto, alcune cascine del “tenimento delle
Apertole”, pertinenti al territorio e al feudatario di Livorno,
il marchese di Pianezza: le cascine San Defendente, La Fracassa,
San Paolo, due cascine dette Brochetta, la Riella, cassina Santa
Giovanna, detta il Colombero..”
E’ attraversata dalla Via Francigena che, in questo tratto,
assume il nome di Via Liburnasca, da Liburnum, l’antica Livorno.
Si trova anche sul percorso ecologico Stra’ d’la Lola.
Le Cascine Fracasssa e Fracassetta sono situate in un territorio
di interesse naturalistico che va sotto il nome di Ecomuseo
delle terre d’acqua: a pochi chilometri si possono trovare la
Palude di San Genuario,(FOTO 1) il Parco Fluviale del Po,
l’antico Mulino di San Giovanni di Fontanetto Po e la rete di
irrigazione del Canale Cavour. (Foto 2) Sono degni di una visita
anche il Santuario della Madonna del Palazzo a Crescentino, a 8
Km di distanza e , appena al di là del Po, la Fortezza di Verrua
Savoia, da poco ritornata al suo splendore grazie ad un sapiente
restauro. Sulla fascia precollinare del Monferrato, a
Cantavenna, merita una sosta il Museo delle Truppe Alpine,
curato dall’alpino sig. Mario Monti. Da non dimenticare la casa
natale di Cavour a soli 15 Km, nel borgo di Leri Cavour, comune
di Trino Vercellese, verso Vercelli e l’Abbazia di Lucedio,
fondata nel 1123 dai monaci Cistercensi che bonificarono il
territorio introducendo all’inizio del ’400 – primi in Italia –
la coltivazione del riso.